Lavoro per vivere? O vivo per lavorare? Sono il mio lavoro? O il mio lavoro è quello che sono ? Soprattutto: perché esco così raramente dall’ufficio?
Sottile fregatura della mentalità neocapitalistica. E’ il Mercato a decidere chi siamo. Ma il Mercato non è nessuno. Ha una mano, pure invisibile, ma non ha testa. Quindi non ci si può parlare, ma fare braccio di ferro si. La prima insidia è stata fare pensare alla gente che attraverso il lavoro ci si potesse realizzare come esseri umani. La seconda, che attraverso il consumo, permesso dal lavoro, ci si potesse realizzare come identità definite. La terza, che ci abbiamo creduto. Nota positiva: abbiamo mangiato la foglia, e poiché a differenza del Mercato, abbiamo una testa, non faremo braccio di ferro. Useremo le mani per ragionare.
Archive for the 'identity' Category
dilemma del lavoratore contemporaneo
Published 2011/03/24 identity , questions 1 CommentTags: capitalismo, hand, lavoro, mano invisibile, mercato, rodin
Fake Can Can. Fake truth. Fake representations. Fake activity. Fake movements. Fake eyes. Fake impression of living. Fake relationships. True research. True desires. True hope. Fake. Everything can be potentially fake. True. Everything can potentially hide a truth. Fake and true. Find the grey line in the middle.
the too-much society
Published 2011/03/07 identity , people , social life Leave a CommentTags: information overload
Il narcisismo non è più un disturbo. E’ una sofferenza.
Published 2011/03/07 identity , people , philosophes 3 CommentsTags: dorian grey, malattia, narcisismo, narciso, psicologi, psicologia
E quando mai lo è stato (un disturbo)? Forse, solo all’epoca di Narciso, e comunque, subito dopo hanno ritenuto bene che il narciso fosse buona cosa per lo sviluppo della società. Da un certo punto di vista, uno che ritiene di essere il migliore del mondo, e magari di non avere limiti, e ama così tanto se stesso al punto di preferirsi a chiunque – pur necessitando intimamente di una continua conferma delle proprie doti da parte degli altri. Ecco, costui può essere un motore sociale nel senso che -se ce l’ha – la sua utopia può raggiungere livelli inimmaginabili e opportunità altissime di realizzarsi. Ora, l’associazione degli psicologi americani ha dichiarato che il narcisismo non è un disturbo da curare. Motivo? Certe caratteristiche si sono talmente diffuse e socializzate da non poter essere più distinte come patologiche. Si, certo. Ce ne sono di peggio. La schizofrenia, le manie psicodepressive, la dissociazione della personalità. A parte che prima di questo articolo sfido a sapere quanti erano a conoscenza del fatto che il narcisismo fosse un disturbo da curare. E poi, la vera notizia è il motivo per cui non deve essere più considerato un disturbo. E’ talmente diffuso da essere considerato la norma. Eppure, la nostra società è una macchina che sforna fenomeni da baraccone per poi fagocitarli nel suo enorme tritacarne di cose già viste. Proprio oggi, quando l’obiettivo non è quasi più avere successo, ma avere una qualsiasi visibilità, cosa ancora più subdola dell’idea del successo. Perché il successo implica un minimo base di capacità. La visibilità la puoi ottenere anche mostrando le natiche davanti a 60 milioni di ebeti in TV. Insomma, forse dovrebbero fare una specie di fondo per narcisi disperati,poveri derelitti alla ricerca di un sorriso di assenso che abbia una continuità, mentre è proprio il continuo, schizofrenico voltafaccia di questo meccanismo mediatico che macina tutto, persino se stesso per potersi riprodurre indefinitamente. Siamo narcisi perché la società ci rigetta di continuo, è quando esiste una legge alla quale conformarsi, che emerge il rifiuto della legge, e il disturbo si forma. Senza la schizofrenia mediatica a cui siamo sottoposti, non ci sarebbe, forse, nemmeno bisogno di scrivere queste righe e gli articoli sul narcisismo. Che resta un male sociale di oggi. Nel senso che è sintomo di una sofferenza di fondo, di una ricerca di calore, attenzione, comprensione, che una società siffatta non sà dare.
We are our animal guide.
Published 2011/03/04 fantasia , identity Leave a CommentTags: animale guida, fight club, penguin, power animal
Tonight, we’re going to open the green door — the heart chakra. And you open the door and you step inside. We’re inside our heart.(it’s a bit crowded now, sorry for bothering you) Now, imaging your pain as a white ball of healing light (yeah darling. if my pain is a healing light I am santa claus in swimsuite) That’s right, the pain itself is a ball of healing light. (No, that’s not so right. Pain is pain and it fucking hurts my heart!) You’re going deeper into your cave. (I am already into a cave, and I would love to step out of here! can you see this? it’s cold and dark!) And you’re going to find your power animal… (yes. a peg leg flamingo – eg “fenicottero con la gamba di legno”) Tell me your animal guide and I will tell you who you are.
Thank you. I will follow you Master. Now I see the light! (jumping) It’s God! Yes!! Oh my God!
From a dialogue between:
Karni Ishna – Contemporary New Wave Age Asian Modern Guru
Luigi Pinzoccheri, his Student
Looking for Maga Magò
Published 2011/03/04 identity , people , questions , social life Leave a CommentTags: mad madam mim, maga magò, people, perspective, who, who am I
I can be big! I can be small! I can fly! I can be huglier. And even beautiful! Now what do you think boy? Who’s the greatest?
Now. Who’s the magnificent Mad Madame Mim? Who is who? Who are you in the mirror today? Who would you like people think you are ? What do you need to show to yourself? Isn’t that tiresom?
tracks